
Per innamorarsi di lei bastava ascoltare la sua vocetta roca, o vederla ancheggiare con quel suo culetto così rotondo, che ti chiedevi come potesse entrare in un paio di jeans.
Era bella in maniera inconsapevole , e per questo era ancor più pericolosa. Per dire: non era una da paginone centrale e per eccitare non aveva bisogno di giarrettiere, tacchi e decolletes. Le bastavano un paio di mutandine bianche a pallini, una coda di cavallo sbarazzina, e il chupa-chupa che succhiava continuamente con quelle sue labbra a confetto. Aveva ventisette anni, ma se ne andava in giro con una gonna così corta che nemmeno una quindicenne osava portare. Giocavamo a quello strano gioco che gli intellettuali chiamano age-play, il gioco dell’età, in cui ogni volta finiva sulle mie ginocchia, con le mutandine abbassate, il sedere esposto e la fica pulsante.
Desideravo sempre sculacciarla, questo è certo, e il tutto era facilitato dal fatto che a lei piacevano sia le scopate che le punizioni.
Ricordo un sabato pomeriggio, in un negozio di giocattoli del centro.
Eravamo alla cassa e stavo per pagare un peluche che le avevo appena comprato quando, all’improvviso, lei si era messa a fare i capricci.
“Uffa, sono stufa di questi stupidi peluche, voglio un anello!”
“Smettila, che andiamo a casa.”
“Fanculo!”
“Se non la pianti ti abbasso le mutandine e ti sculaccio qui davanti a tutti!” urlai in modo che tutti i clienti in negozio potessero sentirmi.
Ma sculacciare sul sedere nudo una donna di ventisette anni in un negozio di giocattoli può essere un delitto contro la moralità pubblica, ed io, per quanto immerso in quel gioco, non ero ancora pronto a farmi crocefiggere dal resto del mondo.
Per questo mi limitai a solo a minacciarla e a darle una leggera pacca sopra i leggings.
Dieci minuti dopo, eravamo in macchina sulla via di casa.
“Sai, questa volta pensavo che l’avresti fatto.”
“Cosa?”
“A sculacciarmi sul sedere nudo, nel negozio davanti a tutti.”
“Ma c’erano anche dei bambini… rischiavamo una denuncia.”
“Hai visto come mi guardava la cassiera? Non capiva quanti anni avessi.”
“Ma ti sarebbe piaciuto?”
“Sì, con grande piacere.”
Ecco, lei era così: un’esibizionista priva d’imbarazzi e inibizioni. Una perversa incosciente sempre bagnata e pronta a farsi scopare. Una benedizione di Dio. Cosa potevo chiedere di più?